domenica 19 ottobre 2014

La Lockheed ha risolto i problemi dietro la fusione nucleare? Penso proprio di no.

Le scienze pubblicava qualche giorno fa un bell'articolo in risposta alle dichiarazioni secondo le quali la Lockheed starebbe iniziando la fase finale per la realizzazione di reattori a fusione nucleare compatti.

Non ho molto da aggiungere all'articolo di Le Scienze, se non un'opinione del tutto personale: definire la fusione il Sacro Graal dell'energia è, a mio avviso, eccessivo, dato che i problemi che risolverebbe sono di fatto molto meno giganteschi di quanto la cultura popolare li fa sembrare.

Comunque sia, continuare a fare ricerca in questa direzione è ovviamente importantissimo! Solo, al solito, diffidiamo delle promesse improvvise ed eclatanti, a meno che siano supportate da forti evidente scientifiche.

lunedì 6 ottobre 2014

Fessurazioni nelle barre di grafite in un reattore inglese

BBC News riporta la scoperta di fessurazioni nelle barre di grafite del reattore di Hunterston, in Scozia.  Si tratta di un advanced Gas Cooled Reactor da 960Mw che lavora  con CO2 come gas di raffreddamento.

Secondo l'esercente,  EDF, la presenza di fessurazione nelle barre di grafite è semplicemente un segno del tutto prevedibile dell'età del reattore, senza alcuna rilevanza sulla sicurezza o sull'affidabilità della centrale.
Naturalmente i soliti ambientalisti (in questo caso WWF, ma gli altri non tarderanno) non perdono l'occasione per ripetere il loro mantra preferito "via dal nucleare, facciamo tutto con le rinnovabili", con la speranza che qualcuno in più ci caschi anche stavolta.

Interessante il sito ufficiale che riporta l'output di potenza in tempo reale dei due reattori del sito.

martedì 2 settembre 2014

Attivisti o Fess…enheim?

La Stampa scriveva recentemente che “Inizia oggi a Colmar, nell’est della Francia, il processo agli attivisti di Greenpeace che il 18 marzo avevano tentato un’irruzione nella centrale nucleare di Fassenheim, in Francia. Tra gli imputati, in tutto 55, ci sono anche sette italiani.

Poverini. Stando all’articolo, questi signori si erano permessi di sfondare i cancelli della centrale ed arrampicarsi sull’edificio reattore per appendere uno dei loro striscioni. Come dire, forse era vietato (oltreché pericoloso) introdursi in quel modo nella centrale?

Beh, ora questi 55 Fessacchiottenheim sono stati arrestati e dovranno rispondere di fronte a un giudice, probablimente per violazione di proprietá privata e altre simpatiche accuse. Molti di essi, poi, essendo cittadini extracomunitari, sono stati anche banditi dal rientrare in Europa, sicché se avevano un lavoro in Francia molto probabilmente lo perderanno per via di questa bravata. Ah, l’intelligenza superiore dell’attivista di Greenpeace!

Beh, guardate: siete liberi di fare sit-in di protesta e campagne di  (dis)informazione, nonché credere ciecamente ai luoghi comuni senza approfondire e capire un tubo di come si produce l’energia e di cos’é veramente la radioattivitá. Violare una proprietá privata peró, quale ne sia il fine, continua ad essere reato e pertanto, se lo fate, finite nei guai. Provate un po’ a pensare altrimenti: io potrei tranquillamente invadere casa vostra impunemente, magari sostenendo che un mio trisavolo andava ad allevare le pecore sul terreno in cui sorge la vostra arrogantissima abitazione.

Breve nota a margine: per ragioni a me oscure, pare sia difficilissimo riportare correttamente il nome di “Fessenheim”, vedi post precedente sulla stessa centrale. Possibile? Basta cercare con Google...o forse anche certi giornalisti sono un po' Fessenheim?

giovedì 28 agosto 2014

Rimedi omeopatici contro le radiazioni, ovvero acqua liofilizzata contro la radiofobía.

Sí, avete letto bene. Attraverso il suo sito, il dottor A. Speciani, medico ma anche propugnatore di omeopatia e medicine alternative, propone di assumere alcuni farmaci omeopatici che servirebbero “non solo nella prevenzione dei rischi da radiazione, ma anche nella prevenzione attiva delle degenerazioni tumorali”. Per la veritá, il dottore suggerisce di assumere diverse sostanze, prevalentemente rimedi omeopatici oppure vitamine, e varie altre boiat...ehm...altri rimedi naturali (memorabili la farina di ossa e un’alga del pacifico).
A parte che suggerire una terapia su una pagina internet é quanto di piú scorretto un medico possa fare: non sa chi ha davanti, quali sono le sue caratteristiche fisiche, le sue allergie e intolleranze, e via dicendo. Anche l’assunzione di semplici vitamine puó comportare un rischio, sebbene molto limitato, ad esempio in pazienti con livelli vitaminici giá molto alti.
Ma l’apoteosi massima della fuffa si raggiunge nel seguente paragrafo:
In occasione dell'evento di Chernobyl un'indicazione terapeutica è stata la alternanza per un mese di 3 granuli di Radium bromatum 30 CH un giorno, e 3 granuli di Sulfur jodatum 5 CH l'altro giorno. Quest'ultimo rimedio va usato per la sua dolce azione disintossicante, mentre Radium bromatum favorisce la eliminazione dei radionuclidi eventualmente assorbiti
Altre indicazioni date in quella occasione, anche se non coincidenti, erano comunque molto simili, considerando infatti la somministrazione dei rimedi Uranium nitricum e X-Ray, rimedi cioè derivati, come Radium bromatum, da sostanze radioattive, ed associate comunque ad altri rimedi ad azione disintossicante, come Sulfur jodatum.
X-Ray 9 CH, nella misura di 3 granuli a digiuno, a giorni alterni, per un mese, è sicuramente giovevole quando sia necessario sottoporsi ad impegnativi esami radiologici, iniziandone l'assunzione già una settimana prima della esecuzione delle lastre stesse.

Quando sostengo che le posizioni antinucleariste piú cieche sono portate avanti da argomentazioni complottiste, molti faticano a credermi.  Tuttavia, un medico, con tanto di laurea, che sostiene che rimedi omeopatici (acqua liofilizzata, come amo chiamarli) possono prevenire attivamente le degenerazioni tumorali  e i rischi da radiazione non puó essere considerato altro che un qualunquista di prima categoria.
Tanto per cominciare, egli sottintende tutta una serie di cose che in realtá non sono vere: che le radiazioni causino il cancro (falso, anche se alte dosi acute possono favorirlo indirettamente), che non esista dose soglia minima (falso, o meglio in disaccordo con tutti i dati sperimentali), che quindi il rilascio di Fukushima sia pericoloso per gli italiani in Italia (deduzione da premesse false...) e che sia quindi necessario o consigliabile assumere farmaci per combattere questo finto rischio.
Quanto poi ai farmaci stessi, l’esimio dottore ci vuole far credere che una soluzione composta da 1 parte di Bromuro di Radio diluita in 1.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000 parti d’acqua e zucchero (30 CH vuol dire questo!) e poi pure asciugata di tutta l’acqua, abbia il benché minimo effetto?
E meno male che non ce l’ha, visto che assumere Bromuro di Radio che non sia diluito fino alla sua totale assenza (siamo a miliardi di volte il numero di avogadro, dunque statisticamente nemmeno una molecola di Bromuro di Radio é piú presente...) non mi pare per nulla una bella idea!
Tutto questo senza considerare che l’eliminazione dei radionuclidi assorbiti dipende dalla specie chimica del radionuclide e dal metabolismo del paziente; assumere bromuro di radio (se pure ce ne fosse ancora nella soluzione!) non mi sembra possa contribuire a espellere radionuclidi dal corpo, semmai ne aggiunge!
Ora, se l’esimio dottore non sembra essere un drago in termini di ragionamento logico e cautela, nemmeno in ambito medico, il fatto che altrove si dilunghi in post drammatici tirando in ballo note bufale complottiste la dice lunga sul suo modo di pensare.
D’altro canto, affermare che “Le fotografie dicono molto di più dei dati e restano forse più impresse” equivale a dire che l’apparenza costruita sulla base della radiofobía sarebbe da preferire ai dati oggettivi. Secoli di caccia alle streghe e superstizioni non le hanno insegnato nulla, dottore?
Tutto torna: il nostro omeopata sostiene che il Giappone, come il resto del mondo, sia in pericolo mortale a causa delle terribili radiazioni da fusione nucleare (sic). Lo ha visto nelle impressionanti foto di un fotografo Giapponese, chissenefrega poi se ci sono dei pazzi che cercano di proporgli dati oggettivi a dimostrare il contrario; saranno parte del complotto!
Ma per fortuna, egli ha la soluzione in mano: senza conoscere nulla dei pazienti, si sente di proporre a tutti di inghiottire isotopi radioattivi (!!!), diluiti a livello di parti per centomila o addirittura fino a eliminare completamente il principio attivo, per combattere questi fantomatici effetti. Un connubio perfetto: patologia inesistente, cura falsa. Peccato che i soldi per comprare quei farmaci siano veri...

lunedì 4 agosto 2014

Pio D’Emilia e i suicidi in Giappone

Pio D’Emilia, sul Fatto Quotidiano, scriveva qualche giorno fa un articolo dal titolo “Fukushima, nella cittá del disastro nucleare 1500 suicidi da Aprile 2011”. Per la veritá, inizialmente il titolo era diverso ma si sa, chi vuol fare sensazionalismo raramente verifica i conti e si accorge che 1500 suicidi in tre anni NON sono affatto uno ogni dieci minuti...

Lasciamo perdere l’errore e fermiamoci al dato. Il Giappone ha in media un tasso di suicidi (fonte Wikipedia che punta alla WHO) di 21.4 per 100.000 abitanti per anno. Un’occhiata al dato sulla popolazione della prefettura di Fukushima parla di poco piú di due milioni di abitanti, dunque ci si aspettano normalmente circa 1300 suicidi in tre anni nella prefettura. D’accordo, il dato va preso con le pinze, é una semplice moltiplicazione a partire dal dato nazionale; dopo il dramma dello Tsunami, é piú che probabile che i suicidi siano particolarmente numerosi proprio in quell’area. Aiuterebbe sapere da dove D’Emilia ha ricavato il dato: una veloce ricerca trova in Reuters la probabile fonte.

Si potrebbe tranquillamente sostenere che il pezzo struggente scritto dal giornalista si basa, numeri alla mano, su una bella bufala: non é vero che la cittá di Fukushima ha contato 1500 suicidi da Aprile 2011, non é vero (come si lascia intendere) che siano 1500 in piú rispetto al normale, non é vero, infine, che siano tutti dovuti all'incidente alla centrale atomica.

Forse dovrei andar giú pesante: un giornalista che sfrutta il giá grosso numero di suicidi, da sempre una piaga per il Giappone, lo gonfia ulteriormente usando un’improbabile statistica su tre anni e lascia intendere che sia il numero di suicidi in piú rispetto al normale merita giá una bella strigliata. Il fatto poi che nel titolo scriva allegramente “nella cittá” quando si tratta del dato per la prefettura (due ordini di grandezza in piú come popolazione) e arrivi a calpestare l’aritmetica piú elementare pur di spaventare con un dato allarmante, non puó che far scuotere la testa. A tutto questo, infine, si aggiunge l’immancabile “disastro nucleare”, che fa capire al lettore qual é il nobile fine che sta dietro tutto questo: lasciare intendere ai lettori che “l’incidente di Fukushima ha fatto 1500 vittime”. Bravo, complimenti.

Vorrei peró prendere spunto da questo episodio per far passare un messaggio un po’ diverso. Ebbene sí, sono convinto che, per quanto marginalmente, le conseguenze dei fatti del 2011 (non solo il terremoto e lo tsunami, veri disastri, ma anche l’evento nucleare conseguente) si facciano realmente sentire sulla popolazione giapponese, anche in termini di tasso di suicidi.

Partiamo dai fatti: a Marzo 2011, uno dei peggiori terremoti a memoria d’uomo, seguito da uno tsunami enorme, hanno devastato la costa del Giappone nord-orientale, radendo al suolo 5 Km di costa e lasciando 18.000 cadaveri sul terreno. Famiglie sono state spezzate, le loro case distrutte o danneggiate, le loro fabbriche e posti di lavoro rasi al suolo.

Non contenti di ció, i media alla ricerca del sensazionalismo a tutti i costi hanno condotto nei giorni successivi una campagna mediatica di terrore, mentre seguivano minuziosamente la lotta contro la fusione del nocciolo della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Battaglia che é stata persa: tre noccioli si sono fusi e la centrale ha rilasciato un po’ di elementi radioattivi nell’area circostante, innalzando il fondo naturale straordinariamente basso del Giappone fino a raggiungere quello del centro di Roma.

Tra la pressione dei media e l’assurda corsa all’esposizione minore possibile alle radiazioni (ALARA, As Low As Reasonably Achievable), le famiglie giapponesi giá in ginocchio a causa del disastro naturale si sono viste allontanare dalle proprie case, per proteggerle da radiazioni che in altre parti del mondo sono fondo naturale; il tutto mentre i media spargevano a piene mani terrore al limite della discriminazione razziale. Trovate ancora strano che il tasso di suicidi in Giappone sia aumentato da allora?

Vorrei lanciare un duplice appello al buonsenso. 
Il primo va agli enti regolatori per la sicurezza nucleare: smettetela di sovra-regolamentare gli incidenti nucleari! Abbiamo ormai capito che dosi croniche di radiazioni al di sotto di 100 mSv/anno non sono dannose per nulla, anzi probabilmente fanno addirittura bene (ma é da dimostrare sul campo). Anche se cosí non fosse, chiunque si definisca un esperto di sicurezza sa bene che ogni evacuazione comporta dei danni: sovente feriti, purtroppo a volte morti, ma sempre e comunque privazioni e oppressione, che portano spesso a depressione. É successo a Chernobyl, é successo a Fukushima...quante volte deve ancora succedere? Quante volte dovremo ancora vedere gente che non puó vivere a casa propria perché qualcuno ha deciso che il fondo naturale di Roma é pericoloso per i giapponesi?

Il secondo appello al buonsenso é rivolto ai giornalisti e complottisti di ogni sorta, pronti a falsificare i dati pur di portare avanti la loro sacra lotta contro il demonio nucleare: ancora una volta, smettetela! Non state soltanto dando addosso a priori e discriminando gravemente un fonte di energia che potrebbe dare molto allo sviluppo sostenibile delle nazioni. State uccidendo delle persone. Ogni volta che una persona si suicida perché si sente vittima delle radiazioni e crede che morirá presto tra atroci sofferenze, voi siete corresponsabili.

Nessuno vi chiede di negare i fatti (ci mancherebbe!), ma inventarsi scandali inesistenti al solo scopo di screditare il nucleare é una strada pericolosa e non priva di conseguenze. Pensateci. 

martedì 29 luglio 2014

Radiazioni ionizzanti: storia di una ipocondria diffusa.

Data la relativa calma che regna nel mondo nucleare ultimamente, ho dedicato parte del mio scarso tempo libero a indagare su un tema piuttosto importante: le radiazioni e i loro reali effetti sugli organismi biologici. C’é in giro infatti parecchia confusione: da un lato si sentono urla e stracciamento di vesti soltanto a ipotizzare la possibilitá remota di un rilascio del tutto trascurabile, mentre dall’altro si sostiene che piccole dosi di radiazione, un po’ come piccole dosi di vino rosso, facciano addirittura bene alla salute.

Il risultato completo delle mie indagini, data la complessitá del tema e la lunghezza della trattazione, si trova in una nuova pagina del blog; in questo post, mi limiteró a riassumere il punto di vista che ritengo corretto alla luce dei dettagli che ho trovato.

Il primo fatto che é importante evidenziare é: mentre ci sono prove che esposizioni acute (in pochi minuti) a forti dosi di radiazioni ionizzanti causino una serie di effetti riassunti nella cosiddetta sindrome da radiazioni, l’affermazione che le radiazioni causino il cancro non é in generale corretta. L’affermazione corretta, supportata da tutti gli studi statistici, é che forti dosi acute di radiazioni ionizzanti favoriscono leggermente l’insorgenza di tumori e leucemie.

Sembrerebbe un dettaglio, ma non lo é: se forti dosi acute di radiazioni ionizzanti causassero il cancro (ed il meccanismo fosse quello del danno genetico diretto causato dalla radiazione incidente), allora avrebbero ragione coloro che sostengono una relazione dose-danno diretta, lineare e priva di soglie (la famosa LNT). Non mi dilungheró nella spiegazione (la trovate nella pagina citata), ma tanto per chiarire il concetto: anche una malattia del sistema immunitario (es. AIDS) favorisce il cancro, semplicemente perché riduce la capacitá del sistema immunitario di aggredire e distruggere le cellule mutanti che spontaneamente insorgono nel nostro organismo di tanto in tanto. L’esposizione alle radiazioni ionizzanti, parimenti, presenta parecchi meccanismi indiretti (come quello citato) che possono favorire l’insorgenza di tumori e leucemie, ma non ha un meccanismo in grado di causare direttamente un tumore. Questa é anche la ragione per la quale non si riesce ad evidenziare con chiarezza un nesso causa-effetto tra dosi acute non troppo elevate e insorgenza di tumori: perché in realtá non c’é.

Non solo: il DNA cellulare é in realtá continuamente danneggiato, non soltanto dalla radiazione, ma da molte altre cause “naturali”; esiste dunque una pletora di meccanismi enzimatici che riparano costantemente i danni al DNA, ripristinando la funzionalitá normale.

Ecco perché, a guardare i fatti, ben pochi studi sembrano supportare l’approccio LNT per basse dosi acute, e nessuno per dosi anche relativamente elevate ma croniche. Perché il nostro corpo é letteralmente cresciuto e si é evoluto nel corso di miliardi di anni nei quali il fondo naturale di radiazioni era sensibilmente piú elevato di oggi, imparando cosí a difendersi naturalmente dalle radiazioni, a meno di ratei di dose assurdamente elevati.

La conseguenza strabiliante é che il nostro corpo non considera un problema ricevere una piccola dose di radiazioni: esiste addirittura un effetto, noto come bystander effect, per il quale una cellula che subisce un danno genetico da una radiazione incidente causa attivamente danni genetici alle cellule accanto ad essa!
Inoltre, altro fatto accertato sperimentalmente, il subire (alcuni) danni genetici ha l’effetto di stimolare meccanismi enzimatici di riparazione del DNA che giá normalmente agiscono su scala 10000 volte maggiore per riparare danni genetici, rendendoli ancora piú efficaci e “preparando” la cellula per un eventuale irraggiamento pesante. Affascinante.

Tutto il resto é speculazione: il fatto che dosi croniche, anche elevate ma non tali da causare sindrome acuta da radiazioni, possano favorire un qualsiasi aumento dell’incidenza di tumori e leucemie é, a tutt’oggi, non dimostrato. Anzi, per dosi acute sotto i 100 mSv, si accumulano evidenze epidemiologiche che mostrerebbero l’assenza di qualsiasi effetto negativo, o addirittura la presenza di effetti positivi! La possibile spiegazione é che la risposta adattiva alle radiazioni finisca per migliorare la riparazione del DNA anche dai danni genetici “ordinari”, di fatto riducendo il numero di morti cellulari e di cellule mutanti.

In sostanza, quindi, le radiazioni non soltanto non sono pericolose per dosi croniche nemmeno troppo basse, ma potrebbero addirittura essere benefiche in dosi croniche non molto elevate. Ma allora le varie campagne per salvare i bambini di Chernobyl dalla loro patria radioattiva (10 mSv/y in media)? E l’apocalisse a buon mercato del prode Arnie Gundersen? E il KIKK studium, propagandato da trasmissioni come Presa Diretta? E il drammatico Fukushame?


Avete giá capito, non serve che faccia ulteriori commenti. Chi cerca la veritá dietro le immagini costruite ad arte si é fatto un’idea.

lunedì 28 luglio 2014

News in breve

ENEL vende in Romania e Slovacchia: é dello scorso 11 luglio la notizia (fonte: WNN) che la multinazionale dell’energia di origine italiana sta procedendo alla vendita delle sue controllate in Slovacchia e Romania, compresa una quota consistente di nucleare. Motivo della vendita é la capitalizzazione per ridurre il debito che l’azienda possiede. ENEL rimane nel settore nucleare tramite il 92% della spagnola Endesa.


Esame del sangue agli UV per scoprire il cancro: BBC News informa che un team di ricercatori britannici dell’Universitá di Bradford ha sviluppato una tecnica che consentirebbe l’identificazione della presenza di un qualsiasi tumore all’interno di un organismo umano basata su un esame del sangue. Si tratta di bombardare i globuli bianchi del campione di sangue con raggi UV ionizzanti, per poi contare il numero e tipo di danni genetici cosí inflitti; sembra infatti che le cellule (tutte) di un corpo affetto da un qualsiasi tumore siano per natura piú vulnerabili ai danni genetici da radiazioni ionizzanti. Ricordo che esistono giá una serie di sostanze, denominate marcatori tumorali, la cui presenza nel sangue di un paziente potrebbe essere associabile ad un tumore; questi tuttavia sono diversi a seconda del tumore e non coprono comunque tutte le possibilitá. La tecnica agli UV é al momento in sperimentazione.

giovedì 12 giugno 2014

SOGIN e China General Nuclear siglano un accordo

WNN riporta un accordo, siglato oggi a Pechino, tra la Società Gestione Impianti Nucleari italiana e uno dei gestori cinesi. L'accordo prevede quattro progetti: uno per la stima di costi e tempi per il decommissioning delle centrali cinesi sulla base dell'esperienza SOGIN, il secondo per la rimozione di parte del combustibile di una centrale cinese, il terzo per lo sviluppo di normative per lo stoccaggio e riprocessamento dei rifiuti radioattivi cinesi.
Il quarto progetto è mirato allo studio di un processo innovativo per la riduzione, il trattamento ed il condizionamento dei rifiuti radioattivi italiani.

lunedì 17 marzo 2014

Fukushima tre anni dopo

Unico-lab pubblicava qualche giorno fa un bel post dal titolo “Tre anni dopo Fukushima, in un’intervista particolare”. Si tratta di un'intervista che Toto, il principale autore del blog, fa a sé stesso a livello di bilancio dopo tre anni dal cosiddetto incidente di Fukushima.
Il formato dell’intervista é un po’ bizzarro, dato che si tratta di un’auto-intervista, ma tutto sommato si rivela, a mio parere, il modo migliore per chiarire alcune domande frequenti che i non addetti ai lavori si pongono spesso.
Comincio col dire che, a mio parere, il buon Toto é estremamente equilibrato e persino piú critico di quanto non lo sia io stesso. Ció detto, e riconoscendo l’importanza estrema del suo post, mi permetto tuttavia di fare un paio di commenti. Eccoli insieme a qualche estratto:
Tre anni fa un evento naturale dalla portata spropositata, la combinazione mortale di un terremoto e di uno tsunami, ha messo in luce la fragilità di molte opere dell'uomo, inclusa una tecnologia, quella nucleare, che era ritenuta dai suoi progettisti infallibile.
Mi permetto di suggerire un’interpretazione diversa. Non mi pare infatti che chi progetta centrali nucleari, o per meglio dire chi ne studia e garantisce la sicurezza, possa pensare che esse siano “infallibili”.
Il problema mi pare piuttosto che chi critica e contrasta l’uso dell’energia nucleare, spesso in realtá per interesse personale, punti il dito sulla sua fallibilitá, trascinando dietro di sé tutta la massa di persone che non hanno fiducia nelle istituzioni e nel lavoro degli altri.
Chi implementa i criteri di sicurezza in qualsiasi tecnologia moderna sa benissimo che qualsiasi cosa puó guastarsi; occorre quindi studiare come questa puó guastarsi e imporre soluzioni tecniche che non solo minimizzino la probabilitá che si verifichino guasti con impatto sulla sicurezza, ma anche che mitighino gli effetti di quei guasti quando essi si verificano.

Diró di piú: come identificato da Toto stesso un po’ in questa frase e un po’ oltre nel testo, Fukushima é in realtá un parziale successo della sicurezza nucleare! Un evento naturale che ha devastato qualsiasi altra tecnologia umana si trovasse d’innanzi, ha potuto pochissimo contro una centrale nucleare che si trovava completamente esposta ad esso. Certamente, quel pochissimo poteva essere nulla, e la causa di questo é da ricercarsi in negligenze umane che non possono essere ignorate. Ma la sostanza é che, ancora una volta, si punta il dito contro l’emergenza nucleare invece di considerarne il contesto.

Tutti gli studi internazionali fatti fino ad oggi dimostrano che i livelli radiazioni ricevuti dalla popolazione, sia direttamente, sia attraverso l'assunzione di cibo contaminato, sono estremamente bassi. E non stiamo parlando di chi era a Osaka o anche a Tokyo. La dose prodotta dall'incidente sommata al fondo naturale nelle regioni più colpite (molto basso) risulta essere inferiore al fondo naturale di molte città italiane. Sarà quindi estremamente difficile andare a discriminare quei pochi casi di insorgenza di cancro conseguenza dell'incidente rispetto alla grossa fetta della popolazione che, per altri motivi, è destinata ad ammalarsi.

Toto ha ragione: anche gli studi compiuti secondo la teoria LNT (uno per tutti qui) portano comunque a incidenze non significative rispetto al fondo naturale di radiazioni. E la ragione sta nella frase di Toto: i livelli di radioattivitá ambientale, sommati al rilascio di Fukushima, totalizzano comunque meno del fondo naturale di molte cittá per esempio italiane. Giova poi ricordare che la teoria LNT non é mai stata confermata sperimentalmente per dosi sotto 100 mSv / anno, anzi ci sono abbondanti indizi che suggerirebbero la sua fallacia per ratei di dose al di sotto di quella soglia (15 nations study, studi di laboratorio ma anche ció che é noto ad esempio sugli effetti di piccole dosi di raggi UV o una buona dose di buonsenso applicato alla salute dei piloti e hostess di linea, alle eclatanti affermazioni dei gestori di siti termali o gli studi sugli abitanti di posti come Guarapari o Ramsar). In ogni caso, ad oggi non esiste una conferma scientifica completa né della teoria senza soglia (LNT) né della cosiddetta teoria ormetica, percui é pratica comune considerare valido l’approccio conservativo della prima.

Purtroppo, dato che lo tsunami e il terremoto che hanno generato la crisi alla centrale nucleare hanno contemporaneamente polverizzato migliaia di altre strutture umane meno resistenti, incluse raffinerie, impianti chimici e ogni sorta di impianto a rischio rilevante, sicuramente il rilascio di tutte quelle sostanze cancerogene e tossiche avrá degli effetti a lungo termine, per quanto limitati di fronte ai 18000 morti dell’evento naturale. C’é da scommettere che, visto che si parla sempre e solo della centrale nucleare, anche quelle vittime finiranno per essere attribuite ad essa.

Eppure Fukushima ha fatto, fa e farà vittime (non necessariamente morti); la causa di queste vite infelici però non sono tanto i danni biologici delle radiazioni, ma le conseguenze psicologiche e biologiche della paura delle radiazioni e dello stress di vivere nel dubbio e nell'incertezza. La responsabilità di queste vite distrutte non è solo di chi ha progettato la centrale e di chi non ha controllato come questa venisse operata, ma anche di chi non si è preoccupato della formazione della popolazione e di chi ha generato paura con una cattiva informazione.[...]
E' mancata, e purtroppo continua a mancare, la corretta contestualizzazione del rischio.

Ancora una volta: bravissimo Toto! Questo messaggio é rivolto non solo a tutti gli spargitori di ansia gratuita (vero Arnie Gundersen, giusto per citarne uno?) e a chi ha fatto dell’esagerazione un’arma per ottenere i propri scopi commerciali (come i nostri pseudo-ambientalisti, o i produttori di docu-film di denuncia e show televisivi), ma anche e soprattutto a chi continua a dare voce e spazio sui giornali a questa gente al fine di alimentare la polemica e vendere di piú. Siete corresponsabili, cari miei, di tutto questo.

La lezione che dobbiamo imparare da Fukushima non è che il nucleare è cattivo e che tutte le centrali devono essere chiuse. [...]Da Fukushima dobbiamo imparare due lezioni importanti: la prima è che ognuno deve fare bene il suo lavoro, in particolare chi ha il compito di controllare che vengano rispettate le regole deve compiere il suo dovere fino in fondo [...]La seconda lezione è che uno può progettare e costruire la centrale più sicura al mondo, ma se la gente continuerà ad aver paura anche un incidente senza conseguenze dirette farà vivere male le comunità locali. Informazione e formazione del pubblico devono essere il punto di partenza per (ri)costruire  quel rapporto di fiducia che è venuto a mancare.

Ho poco da aggiungere, se non un invito a tutti coloro che ancora spengono il cervello e si aggrappano ai luoghi comuni e agli slogan preconfezionati (spesso tra l’altro convinti di “pensare con la loro testa” e di “essersi informati” o “fare informazione”): aprite la mente, accostatevi a questo ed agli altri grandi temi del dibattito civile mettendo da parte ideologie e preconcetti e non escludete che quello che vi é stato sempre detto possa non essere vero! Solo la vostra intelligenza, e soprattutto l’ascolto costante e ragionato del parere degli esperti, potrá farvi arrivare alla veritá.

venerdì 7 febbraio 2014

Nuovi paesi in arrivo nel club nucleare

Primo reattore vietnamita: una settimana fa, WNN riportava il ritardo, di qualche anno, del primo reattore nucleare vietnamita. Sarà probabilmente iniziato nel 2017-2018 perché i vietnamiti dicono fondamentalmente di voler scegliere con calma i dettagli dei due reattori di fornitura Russa. Anche l'altro impianto già pianificato, fornito da ditte Giapponesi, sarà ritardato.

Primo reattore polacco: sempre una settimana fa e sempre WNN riportava l'approvazione del primo impianto nucleare Polacco. Data prevista per la selezione del sito è il 2016, mentre la costruzione dovrebbe cominciare nel 2018.

Ma noi no...

venerdì 31 gennaio 2014

Radioattività a Sellafield

BBC news, Ansa.it e altri annunciano che stamattina il sito nucleare di Sellafield,  in Gran Bretagna, ha lavorato con personale ridotto a causa di un allarme radioattività lanciato questa notte. 
L'allarme è partito da uno dei rivelatori di radioattività posti lungo il perimetro dello stabilimento, che avrebbe rivelato un livello di attività leggermente superiore al normale. Purtroppo non sono presenti dati, nemmeno sul sito ufficiale di Sellafield, comunque un'analisi della situazione ha portato a capire che deve essersi trattato di un aumento del livello naturale di radon nell'aria. I sensibilissimi strumenti lo hanno rivelato immediatamente e la procedura di sicurezza è partita. Resta da capire come mai il livello di radon emanato dal terreno sia aumentato, comunque l'allarme in sé è cessato e i lavoratori riprenderanno presto le attività.

giovedì 23 gennaio 2014

La Bolivia approva il suo primo reattore

BBC News riporta che il governo della Bolivia ha deliberato la costruzione del suo primo reattore nucleare. Il fornitore non è ancora noto, ma pare si siano già fatte avanti diverse aziende di vari paesi.

Questo credo risponda adeguatamente a quelli che dicono che "il nucleare richiede uno stato forte".

Ma noi no.