martedì 29 luglio 2014

Radiazioni ionizzanti: storia di una ipocondria diffusa.

Data la relativa calma che regna nel mondo nucleare ultimamente, ho dedicato parte del mio scarso tempo libero a indagare su un tema piuttosto importante: le radiazioni e i loro reali effetti sugli organismi biologici. C’é in giro infatti parecchia confusione: da un lato si sentono urla e stracciamento di vesti soltanto a ipotizzare la possibilitá remota di un rilascio del tutto trascurabile, mentre dall’altro si sostiene che piccole dosi di radiazione, un po’ come piccole dosi di vino rosso, facciano addirittura bene alla salute.

Il risultato completo delle mie indagini, data la complessitá del tema e la lunghezza della trattazione, si trova in una nuova pagina del blog; in questo post, mi limiteró a riassumere il punto di vista che ritengo corretto alla luce dei dettagli che ho trovato.

Il primo fatto che é importante evidenziare é: mentre ci sono prove che esposizioni acute (in pochi minuti) a forti dosi di radiazioni ionizzanti causino una serie di effetti riassunti nella cosiddetta sindrome da radiazioni, l’affermazione che le radiazioni causino il cancro non é in generale corretta. L’affermazione corretta, supportata da tutti gli studi statistici, é che forti dosi acute di radiazioni ionizzanti favoriscono leggermente l’insorgenza di tumori e leucemie.

Sembrerebbe un dettaglio, ma non lo é: se forti dosi acute di radiazioni ionizzanti causassero il cancro (ed il meccanismo fosse quello del danno genetico diretto causato dalla radiazione incidente), allora avrebbero ragione coloro che sostengono una relazione dose-danno diretta, lineare e priva di soglie (la famosa LNT). Non mi dilungheró nella spiegazione (la trovate nella pagina citata), ma tanto per chiarire il concetto: anche una malattia del sistema immunitario (es. AIDS) favorisce il cancro, semplicemente perché riduce la capacitá del sistema immunitario di aggredire e distruggere le cellule mutanti che spontaneamente insorgono nel nostro organismo di tanto in tanto. L’esposizione alle radiazioni ionizzanti, parimenti, presenta parecchi meccanismi indiretti (come quello citato) che possono favorire l’insorgenza di tumori e leucemie, ma non ha un meccanismo in grado di causare direttamente un tumore. Questa é anche la ragione per la quale non si riesce ad evidenziare con chiarezza un nesso causa-effetto tra dosi acute non troppo elevate e insorgenza di tumori: perché in realtá non c’é.

Non solo: il DNA cellulare é in realtá continuamente danneggiato, non soltanto dalla radiazione, ma da molte altre cause “naturali”; esiste dunque una pletora di meccanismi enzimatici che riparano costantemente i danni al DNA, ripristinando la funzionalitá normale.

Ecco perché, a guardare i fatti, ben pochi studi sembrano supportare l’approccio LNT per basse dosi acute, e nessuno per dosi anche relativamente elevate ma croniche. Perché il nostro corpo é letteralmente cresciuto e si é evoluto nel corso di miliardi di anni nei quali il fondo naturale di radiazioni era sensibilmente piú elevato di oggi, imparando cosí a difendersi naturalmente dalle radiazioni, a meno di ratei di dose assurdamente elevati.

La conseguenza strabiliante é che il nostro corpo non considera un problema ricevere una piccola dose di radiazioni: esiste addirittura un effetto, noto come bystander effect, per il quale una cellula che subisce un danno genetico da una radiazione incidente causa attivamente danni genetici alle cellule accanto ad essa!
Inoltre, altro fatto accertato sperimentalmente, il subire (alcuni) danni genetici ha l’effetto di stimolare meccanismi enzimatici di riparazione del DNA che giá normalmente agiscono su scala 10000 volte maggiore per riparare danni genetici, rendendoli ancora piú efficaci e “preparando” la cellula per un eventuale irraggiamento pesante. Affascinante.

Tutto il resto é speculazione: il fatto che dosi croniche, anche elevate ma non tali da causare sindrome acuta da radiazioni, possano favorire un qualsiasi aumento dell’incidenza di tumori e leucemie é, a tutt’oggi, non dimostrato. Anzi, per dosi acute sotto i 100 mSv, si accumulano evidenze epidemiologiche che mostrerebbero l’assenza di qualsiasi effetto negativo, o addirittura la presenza di effetti positivi! La possibile spiegazione é che la risposta adattiva alle radiazioni finisca per migliorare la riparazione del DNA anche dai danni genetici “ordinari”, di fatto riducendo il numero di morti cellulari e di cellule mutanti.

In sostanza, quindi, le radiazioni non soltanto non sono pericolose per dosi croniche nemmeno troppo basse, ma potrebbero addirittura essere benefiche in dosi croniche non molto elevate. Ma allora le varie campagne per salvare i bambini di Chernobyl dalla loro patria radioattiva (10 mSv/y in media)? E l’apocalisse a buon mercato del prode Arnie Gundersen? E il KIKK studium, propagandato da trasmissioni come Presa Diretta? E il drammatico Fukushame?


Avete giá capito, non serve che faccia ulteriori commenti. Chi cerca la veritá dietro le immagini costruite ad arte si é fatto un’idea.

lunedì 28 luglio 2014

News in breve

ENEL vende in Romania e Slovacchia: é dello scorso 11 luglio la notizia (fonte: WNN) che la multinazionale dell’energia di origine italiana sta procedendo alla vendita delle sue controllate in Slovacchia e Romania, compresa una quota consistente di nucleare. Motivo della vendita é la capitalizzazione per ridurre il debito che l’azienda possiede. ENEL rimane nel settore nucleare tramite il 92% della spagnola Endesa.


Esame del sangue agli UV per scoprire il cancro: BBC News informa che un team di ricercatori britannici dell’Universitá di Bradford ha sviluppato una tecnica che consentirebbe l’identificazione della presenza di un qualsiasi tumore all’interno di un organismo umano basata su un esame del sangue. Si tratta di bombardare i globuli bianchi del campione di sangue con raggi UV ionizzanti, per poi contare il numero e tipo di danni genetici cosí inflitti; sembra infatti che le cellule (tutte) di un corpo affetto da un qualsiasi tumore siano per natura piú vulnerabili ai danni genetici da radiazioni ionizzanti. Ricordo che esistono giá una serie di sostanze, denominate marcatori tumorali, la cui presenza nel sangue di un paziente potrebbe essere associabile ad un tumore; questi tuttavia sono diversi a seconda del tumore e non coprono comunque tutte le possibilitá. La tecnica agli UV é al momento in sperimentazione.